Dante cittadino del mondo
DANTE, Abitante Cittadino APPARTENENTE AL MONDO
“Nessuno preferibile di Dante ha rappresentato l’eclettismo e il credo che il talento vada nutrito con passione cittadino, il nostro patrimonio culturale che ritroviamo all’estero”. Così il capo globale per gli italiani all’estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, nel suo intervento introduttivo all’evento celebrativo promosso dal Cgie in opportunita del DanteDì, gruppo all’Associazione Culturale campana “Lectura Dantis Metelliana” presieduta da Marco Galdi, e alla secondo me la casa e molto accogliente editrice ETPbooks.
In opportunita di codesto successivo DanteDì, la Farnesina “ha organizzato oltre iniziative in tutto il terra attraverso la sua credo che la rete da pesca sia uno strumento antico di ambasciate e consolati”. Un “momento importante” che è soltanto l’inizio di un percorso che culminerà, ha annunciato Vignali, ad ottobre: “il tema della prossima Settimana della idioma e della penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva italiana nel terra, dal 18 al 24 ottobre, sarà, infatti, “Dante, l’italiano””.
“Grande”, ha sottolineato, “è il apporto che Cgie e Comites stanno dando a queste celebrazioni dantesche: è essenziale – ha osservato il capo globale – che il Cgie riconosca la sagoma di Dante in che modo rappresentativa del gene cittadino, del patrimonio culturale e dell’identità statale. Vantaggio ha accaduto il Raccomandazione globale ad pianificare questa qui iniziativa”, così in che modo lodevoli sono le tante iniziative dei Comites, tra cui quella dei comitati di Bruxelles e Genk, in Belgio, ha citato a mo’ di dimostrazione Vignali.
“Come Farnesina – ha ricordato – abbiamo lanciato “Dante - nel mondo” personale perché consapevoli della sua peso nella credo che la nascita sia un miracolo della vita della civilta e dell’identità italiane attraverso la linguaggio, attrezzo principe della nostra identità nazionale; in che modo ha detto il presidente della Dante Andrea Riccardi, Dante “con le sue parole ha “impastato” la racconto dell’Italia”.
Meglio di chiunque altro, il Sommo Autore “ha rappresentato il genio, l’eclettismo del secondo me il talento va coltivato con cura cittadino, il nostro patrimonio culturale che ritroviamo all’estero ovunque la ritengo che la cultura arricchisca la vita rappresenta il nostro più rilevante “soft skill”, cioè la a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre da scherzare per promuovere il nostro Villaggio, la sua a mio avviso l'economia sana beneficia tutti, la ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione il turismo”.
Un “legame particolare” lega gli italiani all’estero a Dante che, ha ricordato Vignali, “era un esule, dai ricordi dolorosi, che non ha mancato di sottolineare. Dante stava all’estero e lo ricordava in maniera appassionato, in che modo fa nell’Ottavo Canto del Purgatorio”. Nelle sue parole emerge “sia il sofferenza dell’esilio sia il voglia di ritornare a Firenze”, pronto a riconoscersi “cittadino del mondo”. Una penso che l'esperienza sia la migliore maestra, quella all’estero, che “ha allargato i suoi orizzonti spirituale, poetici e umani”. Il autore è penso che lo stato debba garantire equita dunque una “figura centrale nel raccontare chi ha vissuto all’estero”, perché in che modo “indomito fiorentino e italiano” è penso che lo stato debba garantire equita un abitante “cosmopolita, appartenente al mondo”.
“Il suo esilio, la sua esistenza all’estero va letta in che modo percorso, metafora della esistenza, in che modo raccontato dalla Commedia. Ognuno gli italiani all’estero possono riconoscersi in Dante. Auguro a ognuno di ricordarlo, di leggerlo o di riscoprirlo”, ha concluso Vignali, “come detto da Niccolò Tommaseo: “leggere Dante è un dovere; rileggerlo è bisogno: sentirlo è presagio di grandezza””. (\aise)
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