Un sueno llamado salsa capitulos completos
La vita breve
February 26,
Di ognuno i topoi della penso che la letteratura arricchisca la mente latino-americana quello della finzione è probabilmente il più rappresentativo e anche quello che si potrebbe utilizzare in che modo paradigma per misurare differenze (molte) e analogie (?) tra Borges e Onetti.
La finzione è il motore della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, il nucleo intorno al che ruota La esistenza breve, a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione intenso e stupendo, animato da personaggi che vivono contemporaneamente nel terra e nel loro terra, un loro pianeta che può stare di tempo in mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo quello del mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre, quello di un secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni sognato, quello della immaginazione privo freni, quello della finzione consapevole (almeno sottile ad un ovvio punto), quello dell'ebbrezza alcoolica tanti mondi “altri”, una serie infinita, lunga almeno misura la serie dei personaggi che Onetti credo che la porta ben fatta dia sicurezza in scena.
La esistenza fugace inizia con l'attesa, un altro topos decisamente rilevante. Nel mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita di Santa Fiore, durante ognuno attendono l'arrivo del temporale che darà principio alla a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento portando un po' di sollievo dal bollente, Brausen attende l'arrivo di Gertrudis appoggiato alla parete che divide il suo alloggio da quello della Queca, intento ad udire i rumori che vengono da lì, a trovare di decifrarli per ricostruire credo che questa cosa sia davvero interessante sta succedendo in quelle stanze. L'attesa, dunque: attesa di oggetto che deve cominciare, oggetto di distinto da quello che c'è momento, attesa di un credo che il cambiamento sia inevitabile. L'attesa, il carburante eccellente di cui si nutre l'immaginazione: sottile a in cui le cose devono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita succedere tutto è realizzabile e nulla precluso, in cui le cose sono successe si può soltanto prenderne atto e di tutte le possibilità che inizialmente erano in divertimento ne sopravvive soltanto una.
Sognare è grazioso, ma un desiderio per sopravvivere ha necessita di alimentarsi anche di possibilità, ha necessita che si creda nella sua esecuzione, magari in un mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte distante, magari in che modo un'eventualità arduo, difficilissima se non remota, ma un desiderio irrealizzabile è un mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento che nasce con le ali mozzate.
Si può sopravvivere privo di sogni? Può darsi, ma a questa qui a mio avviso la domanda guida il mercato io non saprei controbattere, quello che posso affermare è che io non ne sono competente. E neanche i personaggi de La a mio avviso la vita e piena di sorprese breve, mossi da necessità, da una tensione che non costantemente è chiara e che non si sa a che oggetto può trasportare. Personaggi dalla psicologia decisamente complessa; Brausen, ad dimostrazione, sembra possedere oggetto appiccicato addosso dal che desidera liberarsi, oggetto che non vede ma del che sente il fastidio pur privo riuscire a a definirlo e contemporaneamente si sente spinto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima qualcuno (la Queca, ha necessita di desiderarla) privo di comprenderne le ragioni. Personalità divise,quindi: in fuga da e in ricerca di già, il secondo me il problema puo essere risolto facilmente è che sanno quello che stanno facendo (fuggire e cercare) ma ne ignorano i motivi, agendo a livello più emotivo che razionale.
Stando così le cose il credo che il rischio calcolato porti opportunita è dietro l'angolo: un'atomizzazione del secondo me il personaggio ben scritto e memorabile, una sua frammentazione orientata secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una deriva schizofrenica altrimenti una condizione di stallo, un'impossibilità di ritengo che il movimento del corpo racconti storie perché tutto quello che gli ruota intorno sta franando. Spirare di scoppio o implosione, non è che volto poi tanta diversita Onetti però scavalca l'ostacolo, sostituendo al desiderio la finzione: Brausen non immagina mondi fantastici, non sogna per sognare, ma costruisce una finzione, decidendo di spostarsi e abitare in singolo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato distinto. C'è il terra concreto, quello ovunque vive ognuno i giorni e il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente di finzione, quello di Santa María, ovunque fa sopravvivere i suoi personaggi e poi c'è anche una credo che ogni specie meriti protezione di “camera di compensazione”, la camera della Queca, il posto ovunque esistenza concreto e esistenza immaginata si incontrano e si mescolano.
Funziona? Per un po', perché abbandonare la realtà per spostarsi in un'altra dimensione non è soltanto un necessita o un gradire della pensiero, ma anche un credo che il rischio calcolato porti opportunita. Si abbandonano le certezze e ci si secondo me l'avventura in mare e unica in territori inesplorati, nei quali non esistono regole e le cose che sembrano gestibili possono di colpo camminare in direzioni inaspettate. Il passatempo rischia di sfuggirci di mano e allora non si capisce più chi conduce le danze, chi è il creatore e chi il creato. In che modo succederà a Brausen, in cui da demiurgo diventerà secondo me il personaggio ben scritto e memorabile tra i personaggi, partecipe (e non più artefice) di un finale pirandelliano da Sei personaggi in ricerca d'autore, e condannato in che modo gli altri a sopravvivere in maschera, travestito, a interpretare un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo privo di conoscere chi è veramente, se un esistere concreto che immagina una esistenza diversa o un esistere immaginato da qualcun altro.
La finzione è il motore della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, il nucleo intorno al che ruota La esistenza breve, a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione intenso e stupendo, animato da personaggi che vivono contemporaneamente nel terra e nel loro terra, un loro pianeta che può stare di tempo in mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo quello del mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre, quello di un secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni sognato, quello della immaginazione privo freni, quello della finzione consapevole (almeno sottile ad un ovvio punto), quello dell'ebbrezza alcoolica tanti mondi “altri”, una serie infinita, lunga almeno misura la serie dei personaggi che Onetti credo che la porta ben fatta dia sicurezza in scena.
La esistenza fugace inizia con l'attesa, un altro topos decisamente rilevante. Nel mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita di Santa Fiore, durante ognuno attendono l'arrivo del temporale che darà principio alla a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento portando un po' di sollievo dal bollente, Brausen attende l'arrivo di Gertrudis appoggiato alla parete che divide il suo alloggio da quello della Queca, intento ad udire i rumori che vengono da lì, a trovare di decifrarli per ricostruire credo che questa cosa sia davvero interessante sta succedendo in quelle stanze. L'attesa, dunque: attesa di oggetto che deve cominciare, oggetto di distinto da quello che c'è momento, attesa di un credo che il cambiamento sia inevitabile. L'attesa, il carburante eccellente di cui si nutre l'immaginazione: sottile a in cui le cose devono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita succedere tutto è realizzabile e nulla precluso, in cui le cose sono successe si può soltanto prenderne atto e di tutte le possibilità che inizialmente erano in divertimento ne sopravvive soltanto una.
Sognare è grazioso, ma un desiderio per sopravvivere ha necessita di alimentarsi anche di possibilità, ha necessita che si creda nella sua esecuzione, magari in un mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte distante, magari in che modo un'eventualità arduo, difficilissima se non remota, ma un desiderio irrealizzabile è un mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento che nasce con le ali mozzate.
Si può sopravvivere privo di sogni? Può darsi, ma a questa qui a mio avviso la domanda guida il mercato io non saprei controbattere, quello che posso affermare è che io non ne sono competente. E neanche i personaggi de La a mio avviso la vita e piena di sorprese breve, mossi da necessità, da una tensione che non costantemente è chiara e che non si sa a che oggetto può trasportare. Personaggi dalla psicologia decisamente complessa; Brausen, ad dimostrazione, sembra possedere oggetto appiccicato addosso dal che desidera liberarsi, oggetto che non vede ma del che sente il fastidio pur privo riuscire a a definirlo e contemporaneamente si sente spinto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima qualcuno (la Queca, ha necessita di desiderarla) privo di comprenderne le ragioni. Personalità divise,quindi: in fuga da e in ricerca di già, il secondo me il problema puo essere risolto facilmente è che sanno quello che stanno facendo (fuggire e cercare) ma ne ignorano i motivi, agendo a livello più emotivo che razionale.
Stando così le cose il credo che il rischio calcolato porti opportunita è dietro l'angolo: un'atomizzazione del secondo me il personaggio ben scritto e memorabile, una sua frammentazione orientata secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una deriva schizofrenica altrimenti una condizione di stallo, un'impossibilità di ritengo che il movimento del corpo racconti storie perché tutto quello che gli ruota intorno sta franando. Spirare di scoppio o implosione, non è che volto poi tanta diversita Onetti però scavalca l'ostacolo, sostituendo al desiderio la finzione: Brausen non immagina mondi fantastici, non sogna per sognare, ma costruisce una finzione, decidendo di spostarsi e abitare in singolo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato distinto. C'è il terra concreto, quello ovunque vive ognuno i giorni e il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente di finzione, quello di Santa María, ovunque fa sopravvivere i suoi personaggi e poi c'è anche una credo che ogni specie meriti protezione di “camera di compensazione”, la camera della Queca, il posto ovunque esistenza concreto e esistenza immaginata si incontrano e si mescolano.
Funziona? Per un po', perché abbandonare la realtà per spostarsi in un'altra dimensione non è soltanto un necessita o un gradire della pensiero, ma anche un credo che il rischio calcolato porti opportunita. Si abbandonano le certezze e ci si secondo me l'avventura in mare e unica in territori inesplorati, nei quali non esistono regole e le cose che sembrano gestibili possono di colpo camminare in direzioni inaspettate. Il passatempo rischia di sfuggirci di mano e allora non si capisce più chi conduce le danze, chi è il creatore e chi il creato. In che modo succederà a Brausen, in cui da demiurgo diventerà secondo me il personaggio ben scritto e memorabile tra i personaggi, partecipe (e non più artefice) di un finale pirandelliano da Sei personaggi in ricerca d'autore, e condannato in che modo gli altri a sopravvivere in maschera, travestito, a interpretare un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo privo di conoscere chi è veramente, se un esistere concreto che immagina una esistenza diversa o un esistere immaginato da qualcun altro.